Momaboma significa borse che non seguono le mode del momento: due manici, un corpo, il tutto assemblato non costruito. Dietro ad ogni creazione, non c’è un disegno al computer, ma il libero fluire di una creatività senza schemi. Non l’occhio strizzato al futuro, ma il passato con tutto il suo carico di memorie e umane imperfezioni.La storia di Momaboma è iniziata in un modo veramente particolare. Fu un viaggio in India che portò Maurizio Longati, fondatore di Momaboma, a inciampare su un sacco vuoto di cemento ed a farlo riflettere su come questo materiale, così resistente alle intemperie del tempo, potesse essere trasformato in un oggetto nuovo, utile e originale. Dall’intuizione alla messa in opera del progetto il passo fu breve. La “tube cement”, la prima bag creata da Maurizio era molto semplice: due cerchi e un rettangolo cuciti assieme per formare un tubo chiuso da una cerniera. I primi campioni vennero prodotti in India, con materiale recuperato in loco. Nel 2004 è stata fondata a Bologna Momaboma, azienda che nasce dall’acronimo dei nomi dei componenti di questa “stravagante famiglia”: il cane Mo-reno, la gatta Ma-rta, Bo-mbo ossia la moglie Claudia e Ma-urizio. Da quel momento in poi inizia un lavoro di ricerca continua, di miglioramento della qualità delle rifiniture e della plastificazione che portarono Momaboma al raggiungimento di un successo strepitoso. Ma cosa si nasconde dietro ad ogni borsa Momaboma? Le borse Momaboma sono tutte uniche, prodotte in pochi, pochissimi esemplari, rigorosamente uno diverso dall’altro. Le forme sono classiche, ma reinterpretate con materiali tanto inusuali quanto di uso quotidiano, per comunicare un messaggio di rottura, tanto forte quanto evocativo. Presente anche quest’anno alla kermesse fiorentina di Pitti Uomo, con le sue inconfondibili borse in materiali riciclati dai ritagli di riviste anni ‘50/’60 ai metri da sarta, alle famose figurine Panini, per la nuova collezione Primavera-Estate 2012, Momaboma lancia la linea “Fiori di parole”.“Rubo emozioni..rubo fiori, con i loro colori e la loro poesia. Rubo parole dai quotidiani…rubo e dono sensazioni, sogni e ricordi”, così descrive Maurizio Longati questa sua nuova collezione. Una linea realizzata con juta tessuta su telai a mano degli anni ’50, ricavata da sacchi contenitori appartenenti a diversi enti dello Stato Italiano. Dopo aver ritagliato una serie di fiori da quotidiani anni ’60, ed averli dipinti con polvere di matite rosa e gialle, li hanno applicati e ricamati sulle borse. Il risultato? Una linea dal sapore assolutamente romantico ed insieme unico nel suo genere, per lasciarci tutti entusiasmare dal profumo delle loro parole!